Giovedì 19 dicembre è la volta di Mantova, culla del Festival. Il libro verrà presentato alle 16,30 nella splendida chiesa della Vittoria (quella del'omonima pala del Mantegna, oggi al Louvre). Questa si trova nell'antica contrada del Leopardo, nel cuore della città dei Gonzaga.
La chiesa della Vittoria, all'angolo tra le vie Fernelli e Monteverdi. |
Ce l'abbiamo fatta: l'anno 2013 il libro verrà presentato a Mantova. Non a palazzo Ducale, ma nel cuore della città vecchia, tra la basilica di S.Andrea e palazzo d'Arco, tra piazza Virgiliana e il Teatro Sociale, e precisamente nella chiesa della Vittoria. Questa, subito riconoscibile per il nudo mattonato, sorge nell'antica contrada del Leopardo, all'angolo delle attuali vie Fernelli e Monteverdi. Attenzione: chi non fosse pratico osservi la fotografia; la chiesa della Vittoria è quella rossa, di massiccio mattonato romanico gotico. Dirimpetto ne sorge infatti un'altra (di cui si vede lo spigolo nella fotografia), che invece è intonacata. Per evitare confusione: la seconda è quella dei Santi Simone e Giuda, dove si sposò il musicista Claudio Monteverdi.
L'evento, previsto per le 16,30 di giovedì 19 dicembre, grazie alla disponibilità dell'Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, oltre alla presenza dell'Autore, vedrà la partecipazione del prof. Franco Canova, storico e critico letterario, e della giornalista Alessandra Demonte, persona notissima a Mantova, perché legata a numerose manifestazioni (ricordiamo ad esempio la sua collaborazione con Dario Fo), e qui in veste di moderatrice. Anche in questa occasione l'attore Alan Beccari leggerà alcune pagine del libro.
La scelta della sede è emblematica: la chiesa della Vittoria fu voluta dal marchese di Mantova Francesco Gonzaga nel 1495 per ringraziare la Vergine, della Vittoria riportata quell'anno da lui, come comandante in capo della coalizione italotedesca, sugl'invasori francesi a Fornovo, sopra Parma. Ma è anche una testimonianza della dura convivenza tra ebrei e cristiani (una delle tante tematiche trattate nel volume): la chiesa sorse infatti sull'area della casa di un banchiere ebreo, che il popolo aveva raso al suolo col pretesto che l'usuraio aveva profanato un'immagine della Vergine. Per il tempio il Mantegna dipinse una pala d'altare tra le più belle del Rinascimento, la Madonna della Vittoria, appunto. Ironia della sorte: saranno proprio i francesi (tornati in Italia con Napoleone) ad appropriarsene, portandola per sempre in Francia, dove oggi si può vedere al Louvre.
La pala del Mantegna celebra la vittoria sui francesi nel 1495 |
Ebrei e cristiani, italiani e francesi, artisti e libri. Appuntamento dunque alla chiesa della Vittoria, giovedì 19 dicembre, alle ore 16,30. Per chi venisse dalla stazione: dal Teatro Sociale (piazza Cavallotti) ci si arriva seguendo la via Arrivabene (sovrastata dalla torre dell'omonimo palazzo); chi invece giungesse da piazza delle Erbe (nucleo della città comunale) può, muovendo dalla concattedrale di S.Andrea (piazza Mantegna) imboccare (per restare in tema di musicisti) la via Verdi.