Nella creazione di un libro, la ricerca delle immagini, la loro selezione, e perfino la loro collocazione all'interno dell'opera, richiedono almeno altrettanta sensibilità e caparbietà che la stesura del testo. Il prof. Canova intervista l'Autore.
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L'impaginazione è particolare |
Sarzi Amadè, l'Editio maior del suo libro "Il duca di Sabbioneta" si differenzia dalla precedente anche per il numero eccezionale di illustrazioni, addirittura centinaia.
Sono più di 350, anzi certamente più di 370, quasi tutte stampe originali dell'epoca.
Come mai questa scelta?
Io ritengo che, ad onta del progresso scientifico e tecnologico, pur indispensabile, gli antichi abbiano molto da insegnarci ancora oggi in fatto di comunicazione. Pensiamo all'efficacia e alla semplicità delle illustrazioni che caratterizzavano i libri già ai tempi del duca di Sabbioneta, appena un secolo dopo l'invenzione della stampa.
Quanto lavoro Le è costato raccoglierle?
Sono convinto che quando una persona si dedica ad un'opera deve mettercela tutta. Ispirato dal fascino dei libri antichi ho così raccolto per anni immagini d'epoca che documentassero luoghi e personaggi che il Duca aveva visto, o conosciuto, anche indirettamente. Sono per lo più stampe, ma anche dipinti, o disegni, volti non solo a ricostruire la sua vita, ma anche a ricreare l'atmosfera e -sottolineo- la psicologia del tempo.
Un secondo libro, tutto di immagini, all'interno del libro originario, che invece è scritto.
Su ogni dettaglio della vita del protagonista, dei suoi viaggi, dei luoghi che lui aveva visitato, ho cercato immagini d'epoca. Bisognava documentare luoghi del nord
Africa come del
Belgio, del Sud Italia come della
Germania, ma soprattutto della
Spagna, quali si presentavano ai suoi tempi. E inoltre: costumi, consuetudini, situazioni e addirittura mostri cui la gente all'epoca credeva, sempre però attraverso stampe originali.
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Lo storico Franco Cardini durante la presentazione a palazzo Sormani (L. Candiotto) |
Quali sono le illustrazioni più originali che ha raccolto?
Posso dire le più insperate. Una stampa del '500 rappresenta la
corrida quale si svolgeva all'epoca, cioè a cavallo, con più tori e più
picador nello stesso recinto. Un'altra, sempre dell'epoca, raffigura un bordello spagnolo con
prostitute e clienti. Un documento eccezionale se pensiamo che il Duca rientrò dalla Spagna nel 1578, malato proprio di
sifilide.
Ci può elencare qualche altra "chicca"?
Per me è stato emozionante rinvenire un'immagine d'epoca della battaglia di Vicovaro del 1556, diretta da
Vespasiano Gonzaga, e di quella di Civitella dell'anno successivo, cui il
Gonzaga partecipò attivamente. Anch'esse ora arricchiscono l'iconografia del libro.
Le illustrazioni sono inedite?
Non necessariamente tutte. Anche tra quelle già pubblicate però ne appaiono di poco conosciute. Pensiamo al ritratto di Vespasiano Gonzaga bambino, comparso quasi per caso in un volume degli anni '70, e in seguito ignorato nonostante la sua originalità, in studi e mostre. Oppure al ritratto di San Luigi Gonzaga, il patrono della gioventù, anch'egli fanciullo, conservato al Museo di Montepulciano, e chissà perché trascurato dall' imponente letteratura sul personaggio.
Vi sono anche disegni eseguiti da Vespasiano Gonzaga?
No. Ma ho riprodotto, da un vecchio libro
spagnolo, il ritratto di una ragazzina focomelica, che il Duca vide esibirsi, e che perciò fece ritrarre per portarne testimonianza in Italia.
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Masse arabe in Spagna ai tempi della rivolta di Granada |
Esistono altri ritratti?
Certamente: ho raccolto i volti non solo di personaggi celebri, ma anche di cortigiani dello stesso Vespasiano, come il filosofo
Mario Nizzoli e il celebre umanista
Minturno, pressoché inutilizzati nell'ormai vasta letteratura sul Personaggio.
Vedo però che l'accento è stato posto sui paesaggi e sui costumi.
Non è stato facile raccogliere vedute dell'epoca di tutti i luoghi in cui lui era stato, in alcuni casi mi sono dovuto accontentare di luoghi simili. Non ho però trascurato specifiche scene di
tortura, di
guerra, o anche immagini del mondo
arabo che tanto influenzò la realtà del tempo. Purtroppo la dura legge dello spazio non mi ha permesso di utilizzare tutto questo ben di Dio, e ho dovuto rinunciare anche ad illustrazioni belle e curiose.
Dunque tutte immagini dell'epoca?
Non tutte. In qualche caso mi sono dovuto avvalere di vecchie foto di monumenti, che evocano l'atmosfera dell'epoca pur essendo di molto posteriori. In altri ho scelto moderni disegni di opere antiche. A volte infatti il disegno si rivela più efficace addirittura della tecnica fotografica (ad esempio se dobbiamo riprodurre bassorilievi). Uno di questi è del celebre
pittore Paride Falchi, il cui figlio, Aldo, anch'egli famoso pittore e
scultore, ringrazio per la cortese concessione anche di un proprio
disegno, forse il migliore della sua carriera, e che valorizza non poco l'opera.
Vedo alcune carte topografiche. Lei ha quindi ricostruito la topografia dei luoghi?
Nell'edizione precedente (SugarCo, 1990) avevo stilato, alla buona, una cartina geografica raffigurante i domini del Duca di Sabbioneta (una mia ricostruzione). Mi sono poi accorto che in seguito altri hanno utilizzato proprio quella. Mi dicono infatti che a tutt'oggi manca una cartografia precisa sui confini tra gli Stati dell'epoca, che risponda alle esigenze di chi oggi guarda al passato.
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Caratteristico paesaggio spagnolo |
Ha così dovuto colmare Lei questo vuoto?
Naturalmente per la nuova edizione ho accuratemente corretto e perfezionato la cartina, consultando antiche cartografie e studiosi locali. Qualunque confine di un qualsiasi Stato, presente, pur casualmente, nella cartina, deve essere il più vicino possibile alla realtà storica.
Troviamo anche una cartina di Sabbioneta ai tempi del Duca.
Sull'aspetto originario di Sabbioneta circolano autentiche
leggende metropolitane, e anche ricostruzioni fantastiche presentate come storiche perfino nei
documentari. Per fare giustizia di ciò ho ripreso una planimetria secentesca di Sabbioneta, la più antica, e sulla scorta della mia esperienza, l'ho modificata inserendo dettagli a me noti dai
documenti antichi. Ho quindi elaborato il tutto alla buona, per restituire l'idea di come si presentasse la città alla morte del Duca.
Un lavoretto.
Purtroppo la differente tematica del mio libro non permetteva di approfondire dettagli specifici sulla struttura delle case, sulla funzione dei diversi edifici, su proprietari e inquilini, come a me sarebbe piaciuto. Ci vorrebbe un altro libro. Quella piantina ne è il riassunto.
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