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martedì 4 novembre 2014

Premiazione del libro a metà novembre a Milano

Sabato 15 novembre ore 10, tutti invitati al Grand Hotel et de Milan, dove la biografia "Il duca di Sabbioneta" riceverà il premio letterario "Il Ponte", a testimoniare il legame tra civiltà che il libro, attraverso un'accurata indagine storica, vuole testimoniare.



L'Hotel et de Milan, nella centralissima via Manzoni.


 Nuovo riconoscimento alla fatica pluridecennale di Luca Sarzi Amadè. A metà novembre la biografia storica "Il duca di Sabbioneta" verrà premiata a Milano. La cerimonia, che sarà pubblica, avrà luogo la mattina di sabato 15 novembre, a partire dalle ore 10, al Grand Hotel et de Milan, situato nel cuore della città, a metà di via Manzoni (dirimpetto a via Monte Napoleone, nome anche della fermata della linea 3 -la gialla per intenderci- del metrò). Nonostante il lusso della cornice, chiunque potrà accedere liberamente, e interloquire con l'Autore sulle tematiche del libro.
 Volendo potrete anche pranzare con l'Autore, gli organizzatori e gli ospiti prenotando telefonicamente al cellulare 339/5231100 (costo 50 euro a testa). 
 Il premio, giunto alla seconda edizione, viene assegnato in tandem ad un autore del nord e ad uno del sud Italia, come è nello spirito dell'Associazione "La Sicilia e i suoi Amici in Lombardia", che, fondata tre anni fa, ma già affermata per le molteplici iniziative, gli ha conferito il nome "Il Ponte" a simboleggiare appunto l'importanza di creare un ponte tra le differenti culture. Insieme a Luca Sarzi Amadè, autore della biografia "Il duca di Sabbioneta" (di cui ricordiamo anche i libri su Milano, la sua città), verrà premiato infatti l'archeologo siciliano Angelo Mondo.
 Il Grand Hotel et de Milan è, nella capitale lombarda, un monumento della storia nazionale. Inaugurato nel 1863, due anni dopo la proclamazione del regno d'Italia, precede di due anni la posa della prima pietra della Galleria Vittorio Emanuele. Per oltre un secolo e mezzo è stato un punto di riferimento della mondanità europea, ospitando abitualmente personalità di rilievo; tra i più assidui clienti, Giuseppe Verdi, altro testimone della parabola risorgimentale, vi morì all'alba del nuovo secolo, nel gennaio del 1901.



Anche il Maestro di Busseto è un simbolo del dialogo tra culture.